Oltre 40 anni di impegno per la natura e l'ambiente in Alto Adige
Di successi e insuccessi
Non c'è quasi più nessuno nella politica, nell'economia e nella società che non sia favorevole alla tutela dell'ambiente e del clima. Il merito è anche delle organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo, che hanno messo in primo piano temi come la sostenibilità e uno stile di vita adatto ai nipoti.
Nonostante l'attenzione, però, quando si tratta di mettere in pratica le buone intenzioni, di solito dei discorsi della domenica rimane ben poco. Vengono sommersi dal forte clamore delle voci che circondano il denaro, l'avidità e il profitto.
La Federazione Ambientalisti Alto Adige si batte contro tutto questo da oltre 40 anni: con successi spettacolari e sconfitte dolorose.
Un interlocutore critico
Uno dei maggiori successi di cui la Federazione va fiera è anche tra i meno visibili: la costante partecipazione ai lavori di organi e istituzioni chiamati a fare o preparare scelte politiche e amministrative che riguardano la tutela della natura e dell’ambiente – dai comitati di gestione dei parchi naturali alla commissione per la tutela del paesaggio, alla commissione per il territorio e il paesaggio, al comitato ambientale per la valutazione dell’impatto ambientale (VIA).

Da decenni, inoltre, la Federazione sottopone a un esame critico i disegni di legge e le bozze delle delibere della giunta provinciale, così come le proposte per i piani di settore e per i progetti infrastrutturali. Oltre a evidenziare agli organi preposti i limiti dei provvedimenti e le possibili alternative, la Federazione provvede a informare anticipatamente l’opinione pubblica, per far sì che il dibattito tenga conto anche delle criticità. Dalla Federazione ricevono consulenza tecnica anche i componenti delle commissioni comunali che rappresentano gli interessi della natura e dell’ambiente.
Aeroporto di Bolzano: vittoria e sconfitta in uno
La vicenda dell’aeroporto di Bolzano evidenzia quanto sottile sia il confine tra vittoria e sconfitta per chi si batte per l’ambiente. Nel 2016, la Federazione è a capo di un’ampia alleanza di associazioni e organizzazioni che, dopo aver chiesto e ottenuto un referendum contro l’ampliamento dell’aeroporto, vince la consultazione. La maggioranza dei votanti dice no al potenziamento dell‘infrastruttura, peraltro finanziato con denaro pubblico. Ma nonostante il responso delle urne, l’aeroporto viene ceduto a privati e successivamente ampliato.
Se lo spazio è poco, serve sostenibilità
Uno dei temi al centro del lavoro della Federazione è stato ed è tuttora il governo del territorio. Sin dalla nascita, la Federazione si batte per una gestione ecocompatibile del suolo disponibile e dunque per un migliore e più efficace governo del territorio. Ecco perché ha accompagnato con sguardo critico (e in parte impedito) le modifiche alla vecchia legge provinciale in materia così come la stesura di quella nuova. Per la Federazione, l’obiettivo principale era quello di contrastare l’incontrollata urbanizzazione, edificazione e impermeabilizzazione del suolo. L’esito di questo sforzo non è stato sempre positivo.
Per quanto riguarda l’opposizione alla creazione ex novo di zone sciistiche, piste o impianti di risalita, il bilancio presenta luci e ombre. La Federazione è riuscita a impedire i nuovi impianti di Corno Bianco – Redagno, La Valle – passo Ju de Rit e Riobianco così come l’ampliamento delle stazioni sciistiche Plose (Gabler) e Belpiano-Resia. Che finora sia stato possibile bloccare anche i progetti del collegamento tra Vallunga e la Kaunertal austriaca e dell’edificazione del Plan de Cunfin è motivo di particolare soddisfazione. Bocciata, nel 1997, anche la nuova pista artificiale da slittino a Maranza.
Come suggeriscono gli esempi citati, a volte il maggior successo ottenibile è che non succeda nulla e che tutto rimanga così com’è. Ogni volta, la natura tira un sospiro di sollievo, e noi con lei.
Stop all’asfalto, via libera alle rotaie
Se questa sistematica pressione a favore della natura e dell’ambiente spesso e volentieri passa in sordina, suscitano grande scalpore le prese di posizione della Federazione a favore o in sfavore di alcuni progetti in particolare.
Sin dai i primi anni di vita, la Federazione si vede costretta a opporsi con veemenza (e con successo, sia detto) a progetti come la superstrada Milano-Ulm o l’autostrada Alemagna da Venezia a Monaco (e dunque attraverso la provincia di Bolzano).
In anticipo sui tempi, la Federazione ha intuito le conseguenze dell’eccessiva crescita del trasporto individuale e le potenzialità della ferrovia, schierandosi al fianco degli ambientalisti venostani nel chiedere con forza la riattivazione della linea ferroviaria della val Venosta, invocando a gran voce già negli anni Novanta l‘ampio potenziamento della rete del trasporto pubblico e sostenendo sin dall’inizio la valorizzazione della linea ferroviaria della val Pusteria o la costruzione della variante della Val di Riga.
Oltre alle conquiste, la Federazione ha incassato anche alcune sconfitte. Infatti, non è riuscita a impedire la superstrada Merano Bolzano né il tunnel di base del Brennero, né le varianti di numerosi paesi nelle vallate, o il Centro di guida sicura di Vadena. Anche la creazione di carrozzabili e strade di accesso a boschi e malghe spesso è stata imposta contro la volontà della Federazione.
L‘incessante impegno per la conservazione delle basi vitali
Da sempre la Federazione dedica particolare attenzione alla conservazione delle basi vitali dell’umanità. La sua lotta all’inquinamento acustico e atmosferico, provocato non solo ma in modo determinante dal traffico, dura da 40 anni. Ad esempio, si deve anche alla Federazione la chiusura della SAMIM di Mezzocorona, le cui emissioni erano altamente inquinanti. In diversi procedimenti giudiziari che hanno visto esito positivo, la Federazione ha sollevato la questione delle emissioni di ossido di azoto lungo l’autostrada del Brennero, oltre a insistere da decenni sui vantaggi del teleriscaldamento e delle altre tecnologie a basse emissioni.
Oltre a quella dell’aria, la Federazione ha sposato la causa dell’acqua. Fiumi, torrenti e laghi vanno protetti, anche (e soprattutto) dall’azione delle centrali idroelettriche da cui dipendono le quantità di acqua residua. In linea di principio, la Federazione ha sempre accompagnato con prudenza e con le competenze tecniche richieste dalla materia il potenziamento della rete idroelettrica altoatesina - da un lato tenendo d’occhio le grandi centrali, dall’altro cercando di porre dei limiti all’aumento e allo spregiudicato potenziamento di quelle piccole.